Sì, amici, lo confesso: ho creato un MVP e vi ho testato.
Il mio sito di prima, quello dove ho scritto un po’ di articoli era un test.
Grazie al quale ho imparato, ho analizzato, ho pensato e ho agito.
È stato un esperimento utile per portarvi in questo nuovo sito, questo che vedete ora, dove ho reso più attraente e funzionale la mia identità digitale. Il mio nuovo sito non è solo più bello esteticamente, ma molto più funzionale, ricco di contenuti e navigabile da smartphone.
Non mi interessa essere considerata solo bella o solo funzionale. Mi piacerebbe essere considerata sotto entrambi i punti di vista e sono sicura che questo nuovo sito mi aiuterà a raggiungere l’obiettivo.
Ora vi spiego perché ho fatto questo test e cos’è stato mio MVP.
Che cos’è un MVP
Nel mondo delle startup il mio sito precedente era quello che viene chiamato un MVP (Minimum Viable Product): rispondeva alle mie esigenze con funzionalità basilari ma, onestamente, non era di grande qualità grafica o funzionalità.
Mi vergognavo un po’ a mostrarlo in giro, ma era perfetto nelle sue caratteristiche base.
Il sito, nella sua concezione iniziale doveva rispondere a tre mie ipotesi:
1) mi serviva uno spazio tutto mio dove poter scrivere i miei pensieri, oltre ai social?
2) ce l’avrei fatta a creare contenuti funzionali alla mia attività lavorativa e alla mia formazione personale?
3) era utile avere un mio portfolio?
Quando ho creato la prima versione del sito, ho cercato il metodo più semplice, veloce e funzionale possibile: wordpress.com. Ho registrato il mio dominio (che costa praticamente nulla, $15 all’anno), ho scelto un template gratuito esistente che potesse fare al caso mio e ho iniziato a creare contenuti. Ho creato un MVP!
Non era questione solo di investimento monetario, senza essere sicura del risultato finale, ma soprattutto di tempo che qui a Londra è sempre contato.
Prima di fare un passo e creare un bel sito, volevo essere sicura di trovare il tempo per scrivere e che ci fossero delle persone interessate a leggere i miei contenuti.
In un mondo in cui l’attenzione umana è uguale a quella di un pesce rosso, non è scontato ottenere interesse!
Cos’è un MVP? È proprio questo: definire le ipotesi e trovare il metodo più funzionale, veloce e semplice possibile per testarle.
Se crei un MVP senza obiettivo non serve a nulla: è un primo test che dovrai fare in merito al tuo progetto.
In base ai risultati ottenuti deciderai poi come proseguire.
Perché creare un MVP?
Lavorare a un primo MVP permette di focalizzarsi sugli obiettivi principali e sugli utenti, senza perdere troppo tempo nello sviluppo di funzionalità aggiuntive, magari interessanti per noi ma non per gli utenti.
Le tue opinioni contano ma sono molto più importanti quelle degli utenti ecco perché è necessario far vedere loro come sarà la soluzione attraverso l’MVP.
Si tratta di lavorare a una versione base del proprio prodotto, che può essere anche molto diversa da quella definitiva ma che serve a validare le nostre ipotesi.
Quando si ha un’idea è sempre un’ipotesi, poiché l’incertezza domina.
Ovvio, se siete PlayStation e avete una storia, un brand, una community mondiale, le incertezze sono minori.
Se siete una persona con l’idea di un prodotto innovativo online, l’incertezza c’è ed è tanta.
Un MVP permette di capire se queste ipotesi sono corrette interfacciandosi con la propria audience di riferimento nel più breve tempo possibile, raccogliendo feedback e spunti su come sviluppare il prodotto.
Cosa ho imparato dal mio MVP?
La parte più importante: imparare qualcosa nel modo più veloce possibile, senza spendere ingenti budget.
Ecco il vero scopo dell’MVP.
Quindi, torniamo al mio sito. Mi piaceva scrivere, lo facevo già su questanonearte.com ma avevo alcune perplessità.
Dopo 8 ore al giorno (e forse più) a parlare di marketing, tool e tecnologia, avrei veramente dedicato del tempo a scrivere i miei pensieri su un blog pubblico?
E ci sarebbe stato qualcuno interessato a leggere i miei articoli?
Era importante per me avere un prototipo che permettesse di capire le ipotesi da testare e avere un’idea del risultato finale.
Con wordpress.com ho creato un MVP che mi ha permesso di testare le ipotesi, al quale ho lavorato per poco più di un anno.
In questo anno ho imparato molte cose su di me e sui miei lettori.
Ecco alcuni insights:
- mi piace un sacco scrivere, mi aiuta a ricordare i concetti e gli eventi a qui partecipo, che sono moltissimi;
- non riesco a scrivere solo in inglese, alcuni pensieri vivono in italiano e le traduzioni non hanno senso – stessa cosa per l’inglese;
- a volte scrivere è per me come riflettere a voce alta tenendone traccia;
- mi permette di tenere traccia di tutti i progetti a cui ho lavorato;
- non riesco a scrivere articoli brevi, in media sono sui 1000-1500 caratteri;
- mi focalizzo su contenuti di qualità, non riesco a scrivere articoli per cavalcare i trend;
- il 56% dei miei lettori è in Italia, seguono il Regno Unito e gli Stati Uniti;
- i primi cinque articoli per numero di visite sono tre in italiano e tre in inglese;
- gli articoli top hanno contenuti diversi: c’è la lettera alla Lorenzin per il fertility day, quello sui migliori eventi per startup a Londra, quello su di me e sul mentoring a H-Farm e un paio sui social media;
- il 50% del traffico arriva da Facebook, seguono Linkedin (18.5%) e Twitter (11.5%). Sorprendentemente anche Instagram ha contribuito con l’1.38% che non è per niente male, dal momento che solo ogni tanto ho condiviso contenuti che portavano al blog.
Il 19.16% del traffico arriva da google, di cui il 7.49% arriva da ricerche di immagini. - ho ricevuto diverse richieste di lavoro grazie al portfolio;
- i miei lettori sono felici di quello che scrivi e mi mandano messaggi di apprezzamento sui social network.
Quindi, come ho implementato questi insegnamenti nel prodotto finale?
Ho creato un nuovo sito che mi permette di indicizzare i contenuti in italiano e in inglese in modo indipendente e che li ottimizza per Google (e non scrivo solo in inglese come avevo pensato all’inizio).
Ho deciso di scrivere articoli con contenuti specifici per i singoli Paesi e i lettori di riferimento, in modo da essere rilevante per ognuno (e non di tradurre gli articoli come invece avevo pensato di fare all’inizio) e creare contenuti di qualità come piace a me.
E’ importante che una volta che li scrivo sia anche in grado di distribuirli, in modo da raccogliere pareri e opinioni. Quindi, non troverete articoli giornalieri, ma in genere, uno a settimana.
Continuerò a parlare di social media, startup e tecnologia come temi principali, cercando di essere meno generica possibile. E ogni tanto ci butterò dentro qualche storia personale, che magari c’entra relativamente, visto il successo della lettera alla Lorenzin.
Ovviamente ho reso il tutto funzionale in modo da facilitare l’accesso da mobile dei contenuti e del portfolio.
Quindi, che dire ancora? Spero vi piaccia. Buona lettura!
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