Ieri è stata una giornata full. Qui a Londra, le giornate sono sempre full, ma ieri è stata particolarmente full. Abbiamo affittato un van per un paio d’ore e concluso un trasloco, fatto le pulizie a casa vecchia, lavorato per alcuni dei progetti di growth marketing e startup che seguo e siamo arrivati, stremati, a casa nuova. Qui, finalmente, un po’ di relax.
Scrollo la mia timeline e mi imbatto in un post che mi fa prima sospirare, pensando, “non ce la faremo mai“. E poi mi fa arrabbiare. Si tratta di una due giorni dedicata al web marketing a Padova dove tra i relatori spicca solo un nome femminile e tra i moderatori una su tre è donna.
Perchè tra le eccellenze italiane del web marketing, tra i 26 relatori eccellenti c’è solo una donna?
Ieri è stata una giornata full anche perchè ha preso vita un programma dedicato a rafforzare le donne STEM: il programma di mentoring di Whats Next, che nasce proprio per rispondere a questa domanda.
Solo il 3% delle eccellenze digitali è donna. Really?
Quando ho visto quel post su Facebook, dove ho trovato un solo nome femminile in una lista di professionisti del marketing digitale mi sono incazzata e non poco. Perchè in Italia ci sono moltissime professioniste del digitale, donne che si fanno il mazzo ogni giorno, eccellenze digitali, competenti e molto brave. Ma brave davvero. E non parlo di me, anche se ovviamente mi includo 🙂
Qui c’è una lista approfondita di donne che operano nell’innovazione, forse un po’ generica. E qui ho già scritto dove si possono trovare le donne, per non rischiare di trovarsi con panel solo maschili.
Mi sono incazzata principalmente per due motivi:
- Creare una lista del genere, chiamarla eccellenze del digitale non solo accentua il problema, dato da un’estrema minoranza di colleghe che decide di lavorare nel digitale e nel tech, ma addirittura è una mancanza di rispetto per tutte quelle brave nel settore. Le parole aiutano a ingigantire gli stereotipi di genere, in un futuro dove le opportunità per tutti sono proprio in quei settori.
- Disincentiva le giovani donne a investire in quel tipo di carriera professionale.
Penso non ci sia nemmeno bisogno di argomentare: se seguo delle professioniste brave e vedo che queste non vengono considerate in questi evento penso che a) sia una carriera riservata agli uomini b) penso che gli uomini siano maggiormente portati per questa disciplina. Balle.
Quei meravigliosi stereotipi di genere
Leggevo un fantastico articolo sulle disuguaglianze di genere la settimana scorsa, che spiegava come il mercato dei tacchi e dei trucchi per bambine si stia sviluppando sempre di più. Sì, esatto. Bambine che a 7 anni sono già delle celebrità con ciglia finte, allungamenti ai capelli, una cura spasmodica per la forma e per l’alimentazione perché vogliono diventare famose.
Ma veramente le bambine vogliono diventare perfette e famose o c’è qualcos’altro che spinge noi donne verso la maniacale cura del nostro corpo e non verso lo sviluppo di una carriera professionale che coincide con i nostri interessi e le nostre passioni?
Secono un recente studio di Science, le bambine già a sei anni maturano la convinzione di essere meno dei coetanei maschi. I dati rivelano poi che già all’età di 7 anni, quasi il 75% delle bambine e dei bambini ha acquisito lo stereotipo secondo cui le bambine non sono portate per la matematica. Secondo un altro studio, dell’Institution for Engineering and Technology del Regno Unito, anche i giocattoli rivolti alle bambine le scoraggiano dall’intraprendere studi tecnici o di ingegneria
Quindi, qui non si tratta più di interessi: se già da questa tenera età siamo spinti a pensare che alcuni dei nostri interessi siano “sbagliati” perchè solo “maschili” com’è possibile creare situazioni di meritocrazia e pari opportunità quando diventiamo grandi?
Il programma di mentoring di Whats Next per accompagnare le donne a una carriera STEM
Uno dei problemi principali, legati alla minor presenza di donne nel tech, è legato alla minor fiducia in noi stesse rispetto agli uomini. Ecco perchè, fin dai primi anni di vita, siamo convinte che i maschi siano più bravi di noi.
Siamo educate a essere accondiscendenti, a chiedere scusa, ad essere gentili, perfette per essere accettate nella società, e a rispondere con cortesia. Siamo diverse ovviamente, dai nostri colleghi uomini, quindi siamo meno propense dei nostri coetanei e continuare a provare per trovare soluzioni efficaci: siamo molto più propense ad arrenderci anche perchè le “donne che ce l’hanno fatta” sono meno visibili e più criticate rispetto ai loro coetanei maschi.
La mancanza di modelli di ruolo forti sono un altro dei problemi nel mondo delle materie STEM.
Eppure, le startup con prevalenza femminile al suo interno sono il 13,4% del totale, mentre quelle con almeno una personalità del gentil sesso sono il 42.9% del totale.
Whats Next è una conferenza nata a marzo 2017 con l’idea di dare visiblità a donne con esperienze importanti nel mondo STEM e poter ispirare tutte le altre, dimostrando che è possibile raggiungere obiettivi professionali, costruire una carriera ed avere opportunità nella Scienza, Ingegneria, Tecnologia e Matematica.
Dopo una prima edizione che ha portato ottimi risultati, prima di lavorare alla seconda, abbiamo pensato di rispondere con un’iniziativa forte a tutte quelle ragazze e donne che ci hanno chiesto aiuto nello sviluppo di una carriera nel digitale e nella tecnologia.
E abbiamo lanciato il primo programma di mentoring: un network di donne mentor con esperienza pratica e concreta nel mondo STEM, affiancate da un network di uomini mentor, dialogheranno con tutte le ragazze e le donne che si stanno affacciando a questo mondo per sviluppare progetti personali e professionali.
[Le applicazioni sono aperte, i posti sono limitati, mandateci la vostra domanda di partecipazione a: whatsnexttalk@gmail.com]
Perchè questo mondo è un’opportunità e non è giusto che gli stereotipi e la prevalenza maschile in alcuni settori precludano le donne ad accedere di un futuro più equo e meritocratico, dove ci sono le opportunità e dov’è necessario contribuire a costruire il mondo del futuro.
Se chi insegna ai computer ad agire come gli uomini sono solamente colleghi maschi, c’è una grossa possibilità che questi siano gender biased, saranno più inclini a pensare e ad agire come maschi che come donne.
E i panel di soli uomini, dove li mettiamo?
Non è questione di essere femministi per capire che ci deve essere qualcosa di sbagliato nei panel tecnici di soli uomini o dove c’è una sola donna.
Sicuramente di donne ce ne sono meno, ma non giustifica il fatto che queste situazioni devono finire.
Perchè pensare che i professonisti maschili o i panel di soli uomini siano più attrattivi per la buona risucita dell’evento? Perchè non spingersi solo un pochino in in là, cercando di attrarre più donne come speaker, e quindi, potenzialmente anche un numero maggiore di donne in platea? [per la questione dei modelli di ruolo].
Io spero tanto che siano sempre maggiori gli uomini invitati ai panel che si ribellano a questo tipo di situazioni, declinando inviti, cercando di sensibilizzare su queste situazioni che, veramente, nel 2017 non sono più ammissibili. E non nascondetevi dietro a lla banalità di: non c’è nessuna che ha fatto domanda, non sappiao chi invitare oppure non siamo riusciti a contattarle. Sono scuse, banali, in un’epoca dove il digitale ha rimosso tutte le barriere di comunicazione.
Prendete spunto da chi, nel suo piccolo, ha preso una decisione importante e la sta portando avanti con grande sensibilità ed esempio per tutti.
Dovremmo averne di più di Paolo Iabichino a questo mondo.
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