Fine anno 2017: ultimo post di un anno straordinario
English version here.
Questo sarà il mio ultimo post dell’anno 2017. Un post di fine anno 2017 per ricordare e riassumere le soddisfazioni, le tante persone e i progetti. E come da tradizione, che si focalizzerà sugli insegnamenti, così come ho fatto per il 2016 e il 2015.
Perchè alle volte è importante andare avanti, accellerando. Aprire continuamente nuove porte, cogliendone le sfumature. Tuttavia è anche essenziale essere capaci di fermarsi, voltandosi indietro, per non perdere energia ed entusiasmo. Non sono mai stata soddisfatta dei miei percorsi perchè ho sempre pensato che avrei potuto fare di più. Sono soggetta a una continua ottimizzazione, in perfetto stile Growth Hacking. Ma quest’anno, per la prima volta da molto tempo, sono felice e fiera di quello che ho raggiunto.
Tra poche ore prenderò un volo che mi farà dimenticare Startup Marketing, portandomi dall’altra del mondo per qualche settimana. E’ arrivato il tempo dei bilanci, tra bollicine e pandori 🙂
Quali erano i miei obiettivi per il 2017?
Nel 2016, finchè stavo lavorando agli ultimi capitoli del mio segretissimo libro sul Growth Hacking, volevo capire cosa avrebbe canalizzato la mia passione ed energia. Cercavo di capire da dove arrivasse questa voglia continua di imparare e di affrontare nuove sfide.
L’ho capito con Whats Next, la conferenza che abbiamo organizzato a marzo 2017 a Vicenza per valorizzare le donne in STEM. Mi ha fatto capire che la mia energia viene sprigionata grazie a progetti che hanno l’ambizione di cambiare il mondo. Ora, voi direte che forse tutti i progetti e le startup hanno in mente di cambiare il mondo. Invece no.
I founder di Rentecarlo, la startup dove ho lavorato nel 2016 come Head of Marketing avevano l’ambizione di una exit a breve termine. La fortuna è stata che siamo stati bravi e quella exit è arrivata in fretta, visto che l’azienda è stata comprata da Admiral Group, uno dei più grandi gruppi assicurativi in UK. Ma vale la pena lavorare duramente a un progetto solo per un mero obiettivo di guadagno a breve termine?
Dì la tua, sempre.
Il 2016 è stato un anno di passaggio dove ho imparato a dire la mia nei team di startup senza aver paura di sbagliare. Nessuno sbaglia mai, si apprende solo. Così ho capito che esprimere e condividere la nostra opinione sempre è un arricchimento. Era uno dei miei focus per il 2017. Si impara sempre, anche nei forum, nelle community online e sui social media.
Ho cominciato a scrivere tanto nel mio blog e nelle community online su Facebook e Slack. Ho condiviso pensieri, evoluzioni e aspettative grazie a contenuti sui miei canali, su altri blog e a oltre 15 interviste. Ho condiviso criticità, errori e sono persino riuscita a focalizzare l’attenzione verso pratiche sbagliate, non solo relative al mondo startup. Per esempio, quella volta che il mio articolo sui panel solo maschili è stato letto da una marea di persone. Oppure quell’articolo su Wired dove ho spiegato che è difficile essere una donna che lavora con le startup e nel tech anche in Italia dopo che McClure si era dimesso dalla sua posizione in 500 startups, uno dei più importanti acceleratori di startup in Silicon Valley.
Non avere paura delle tue ambizioni.
Una fine anno 2017 che non mi pone nessun limite, questa è la vera forza che mi ha dato questo ultimo periodo. Un libro che è diventato un best seller, tantissime persone incontrate nelle presentazioni e workshop sul Growth Hacking che ho portato in tutta Italia e online.
In passato, mi sono spesso posta delle domande. Non ero mai sicura di aver fatto abbastanza. Quest’anno ho capito che siamo solo noi a porci dei limiti. Nel mio caso, ero io stessa a pensare di non essere “abbastanza”. Ho vissuto per anni con qella definita come “la sindrome dell’impostore” perchè non ero mai contenta di quello che avevo raggiunto, e il voler continuamente spingermi oltre mi aveva fatto credere di non essere adatta ad alcune situazioni. Niente di più sbagliato. E sapete come l’ho capito? Ho lavorato con una startup per ben 6 giorni, il tempo di rendermi conto che colui che voleva essere il mio capo non aveva la più pallida idea del piano e delle strategie di growth da sviluppare. Ma pretendeva di dirmi cosa fare tramite infinite call che non portavano a nulla. Era solo colpa sua oppure la mia mancanza di fiducia gli dava la libertà di comportarsi in questo modo?
Ho conosciuto tantissime donne e uomini che mi hanno aiutato a capire che non dobbiamo avere paura di dire o di chiedere. Non dobbiamo avere paura di sognare in grande, soprattutto quando il progetto è nostro. Non costa nulla mandare una mail, nella peggiore delle ipotesi riceveremo un NO e dovremo avere un piano B, ma almeno ci avremo provato.
Ho tante nuovi sogni e progetti ambiziosi per questo 2018 e lavorerò affinchè si realizzino. Senza avere paura di sognare troppo in grande, come mi hanno insegnato le storie della buonanotte per bambine ribelli.
Lavora con chi vuoi tu.
Nel corso di questo 2017 ho imparato a dire di no. Credetemi, non è stato facile.
È stato difficile ma necessario per evitare di perdere tempo, soldi e di collaborare a progetti in cui non si crede.
Ne ho seguiti ben 8 di progetti quest’anno, oltre alle varie collaborazioni, eventi, mentoring e panel. Alcuni a breve termine, come Socialbroker, altri più a lungo termine come Bantoa, altri protetti da un NDA per cui non posso ancora svelarvi nulla.
Ho insegnato al master in Growth Hacking alla Tag Innovation School a Milano e ho avviato delle collaborazioni fantastiche con dei coworking come CesenaLab e scuole di formazione come SocialAcademy.
Il 2017 mi ha fatto capire che c’è sempre più bisogno di specializzazione nel mondo del marketing digitale e delle startup e non c’è spazio per tentennamenti, indecisioni o di mancanze di fiducia. Se qualcosa sembra non andare, non si inizia proprio, non serve.
Ho sviluppato una metodologia lavorativa che mi permette di capire subito se un progetto/ team è interessante e se con il team siamo allineati al mio approccio. Non ho molti clienti perchè il tempo è un limite (per fortuna) ed è necessario far emergere le priorità e il valore che porto a un progetto. Ho capito che questo è un punto di forza e per quelle startup che non sono andate, ne ho trovate altre che mi hanno riempito di soddisfazione e con le quali si è creata una collaborazione che va oltre la sola consulenza, oltre la fine anno 2017. Dove contano la stima, l’ambizione e la riconoscenza. Che non si pagano con una fattura a fine mese.
Più empatia per tutti.
Startup Marketing è stato un trampolino di lancio, un progetto a cui ho lavorato, senza essere veramente cosciente, negli ultimi 5 anni. Perchè in quel libro ci ho messo tutto quello che so, che ho imparato e che ho voluto condividere con chi ha la passione per le startup e il digitale. Ma non mi interessava fare delle campagne Facebook e una landing page per farmi conoscere perchè avrei vissuto solo a metà. Ho utilizzato un metodo più dispendioso ma vero.
Ho girato mezza Italia per parlare con le persone, guardarle negli occhi e condividere la loro voglia di imparare, mettersi in gioco e capire perchè il Growth Hacking è il marketing digitale del futuro. Ho imparato cosa significa mettersi nei panni degli altri, ascoltando le loro domande e rispondendo in modo generoso e umile, così come nella vita reale. E credo siano soddisfazioni che nessun dato ti potrà mai dire. I dati e l’analisi degli insight non potranno mai sostituire una risata o una discussione di persona.
Sono convinta che se nel mondo ci fosse meno arroganza e più umiltà e collaborazione, così come l’hanno vissuta i grandi del nostro tempo, sarebbe un mondo migliore. E vorrei contribuire a crearlo.
Sono forse troppo ambiziosa?
Penso che continuerò ad esserlo, nel corso di questo 2018. E penso anche che continuerò a tessere quelle relazioni con persone magiche come quelle che ho conosciuto e con le quali ho collaborato nel 2017. 🙂
Buon 2018 a tutti voi & #keepushing
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