Idea Startup: dove si impara?
Tutti parlano di startup ma ancora sono pochi quello che hanno le idee chiare su come creare e sviluppare un prodotto digitale. Così come tanti parlano di growth hacking a volte senza nemmeno sapere cosa significa. Ma si sa, in Italia ci sentiamo tutti allenatori anche se non abbiamo mai toccato un pallone. E quindi, non mi sorprendo se l’ennesimo caso mediatico della startup che non fattura ma fa solo titoli di giornali alza il polverone tra tanti, anche tra quelli che in realtà con una startup non ci hanno mai lavorato.
Ora, non vorrei creare più polverone di quello che si è già creato, come non vorrei alimentare una polemica fine a se stessa. La fuffa è ovunque, in qualsiasi organizzazione, livello, settore. Ovunque c’è chi lavora bene, con passione e con qualità e chi invece lo fa per ottenere altri tipi di obiettivi.
Nel mondo digitale questo è ancora più palese, perchè basta usare alcune parole impropriamente per capire se un collega si è inventato il lavoro da un giorno all’altro. Tuttavia, credo che puntare il dito sia inutile e gravemente dannoso per un settore che gode ancora di poca credibilità, soprattutto in Italia.
Perchè invece di accannirsi così tanto, non si coglie l’occasione per condividere notizie che possono fare bene a tutto l’ecosistema delle startup?
Perchè invece di puntare il dito contro chi ha riscosso solo titoli di giornali, non si coglie l’occasione di condividere contenuti utili per chi ha un’idea startup e vuole imparare come sviluppare un prodotto nel modo corretto?
La Startup School di Y Combinator: esperienza e competenze vere nello sviluppo di una startup
In Italia purtroppo non ci sono grandi scuole di imprenditoria. Abbiamo una storia recente in termini di sviluppo industriale e tanti imprenditori che invece che investire in nuove idee e tecnologia, preferiscono ancora mettere i soldi al sicuro. Non è facile fare startup in un mondo conservatore, frammentato e con pochi Venture Capitalist come in Italia. Vorrei quindi condividere una notizia che secondo me vale mille volte quelle che normalmente troviamo nei giornali, quando si parla di startup. Purtroppo non arriva dall’Italia ma è interessante per tutto l’ecosistema, compreso quello italiano. Si tratta di una scuola per startup che oltre ad essere gratis, ha l’obiettivo di condividere esperienza, consigli e best practices su come creare una startup, dove sono gli imprenditori e i professionisti veri a dire la loro. Ed è stata organizzata e attivata dal più grande incubatore di startup del mondo.
E’ la Startup School di Y Combinator.
Y Combinator è uno dei più grandi incubatori di startup del mondo. Secondo Fast Company è il più potente. Sono passate per questo incubatore alcune delle startup più conosciute come Dropbox, Airbnb, Stripe, Reddit, Instacart, Twitch. Dal 2005, anno in cui è stato fondato, Y Combinator ha investito in più di 1300 startup.
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E Paul Graham, co-founder, è uno di quei personaggi che le cose non te le manda proprio a dire, anzi. Non so se sia più famoso perchè founder di Y Combinator o perchè sia uno che non usa molti giri di parole.
Ecco perchè quando qualche mese fa Y Combinator ha annunciato di voler aprire una Startup School la notizia ha fatto il giro del mondo. E non solo perchè si tratta di una scuola che mette assieme una serie di professionisti indiscussi in questo settore, come Alex Schultz, Dustin Moskovitz e molti altri ma soprattutto perchè gratis e disponibile online a tutti.
E perchè, vi chiederete voi. Sono andata a sentire Sam Altman a Londra qualche settimana fa, e sono rimasta entusiasta dalle sue idee. Si aspetta decine di migliaia di startup che seguano questi corsi online.
Le prime 3 settimane alla Startup School di Y Combinator
Sto seguendo anche io le lezioni online della Startup School di Y Combinator. Mi piace sentire parlare i migliori, e se si può imparare qualcosa di nuovo o semplicemente confermare concetti già noti, perchè non farlo, soprattutto quando è gratis? Dall’idea all’azienda non si tratta di un percorso facile e non si finisce mai di imparare.
- La prima lezione della Startup School: perchè iniziare una startup? Sam Altman e Dustin Moskovitz spiegano quali sono le motivazioni che spingono a iniziare un progetto simile.
Alcuni appunti. L’idea deve essere unica, difendibile e deve rispondere alle esigenze di un ampio mercato di riferimento. I soldi non si fanno solo se come founder: si sviluppa un progetto fantastico e si raggiunge un exit. Non è proprio così facile come ci viene raccontato. Anche lavorando per un’altra startup si possono raggiungere gli stessi risultati finanziari, correndo rischi minori. E si può avere comunque un approccio imprenditoriale. La passione e la convinzione di essere i più bravi a sviluppare quell’idea sono i due motivi principali che vi devono spingere a sviluppare una startup.
Nel momento in cui sviluppate una startup ricordatevi tre cose: è meglio non avere un co-founder che averne uno con il quale non andate d’accordo e non lavorate bene. Le skills e le esperienze non sono essenziali, cercate qualcuno che condivida i vostri stessi valori. La seconda è il focus sul prodotto: è la parte più importante di una startup. Iniziate con un piccolo gruppo di utenti che lo adorano. Solo un prodotto figo vi salverà. E uscite, incontrate e parlate con i vostri primi utenti, non usate Facebook ads. Nessuna startup è nata vincente utilizzando questa strategia per trovare i primi utenti.
Infine il team: un’azienda è fatta di persone. Se avete un ottimo prodotto e team, avrete il 99% di chance di farcela.
- La seconda lezione della Startup School: startup mechanics. Tutto quello da sapere per costituire un’azienda, come considerare le shares dal punto di vista degli investitori, del team e dei co-founder. Nel caso di Paesi diversi dagli USA come l’Italia e anceh il Regno Unito le procedure possono essere diverse, comunque vi inito a seguire questa lezione per capire come gestire l’azienda dal punto di vista legale, contabile e amministativo.
- La terza lezione della Startup School: la storia di Slack direttamente dai loro founder. Com’è nata Slack e come sono arrivati all’idea e all’esecuzione che li ha fatti diventare così famosi nel mondo? Stewart spiega che hanno capito che l’idea era vincente per il fatto che erano tre anni che progettavano quella soluzione nel migliore dei modi possibile, anche senza essere veramente conosci dell’obiettivo finale.
Il vero problema è stato capire quando interrompere il progetto originale: non riuscivamo a conservare gli utenti in tutto il funnel anche se eravamo particolarmente vincenti ad acquisirli.
Arriva poi il turno di Adam D’Angelo, founder e CEO di Quora per parlare di metriche. “Tutto quello che farete in una startup è super specifico per quel progetto, a parte quando avete a che fare con le metriche. I numeri riescono a convincere che un’idea sia vincente, poichè trasformano le idee in strumenti, muovendosi molto velocemente.” Focalizzatevi sugli utenti che ottengono valore dall’utilizzo del vostro prodotto: misurate le transazioni, gli utenti attivi o il revenue per users. Misurate, altrimenti non sarete in grado di capire e definire i problemi. L’altra cosa essenziale da misurare è la retention: l’analisi per cohort è molto importante. Dovete assicuravi che gli utenti attivi di oggi continuino ad usare il prodotto e non focalizzarvi solo sul fatto di ottenere nuovi utenti. L’analisi cohort deve portarvi alla conclusione che ogni cohort utilizzerà il prodotto in modo maggiore rispetto a quello precedente: solo così il vostro prodotto sarà vincente.
Non ci sono master che vi insegnano a fare startup, sono cose che si imparano sporcandosi le mani ragazzi.
Io imparo di continuo dai progetti e dalle esperienze che faccio, leggete cosa ho imparato lavorando con Tim Berners-Lee.
Ve l’ho scritto anche qui assieme a una serie di preziosissimi consigli per tutti quelli che vogliono diventare growth hacker.
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