I migliori libri sul Growth Hacking
Continua la mia serie dedicata al growth hacking! E prima di parlare di creatività e di funnel analysis oggi è arrivato il momento di svelarvi qual è il progetto al quale ho lavorato negli ultimi 9 mesi: il libro italiano sul Growth Hacking.
Grazie a questo progetto, ho letto praticamente tutto quello che c’era in circolazione sul growth hacking. Avrei letto alcuni libri comunque, ma diciamo che in questo modo, ho proprio letto tutti i principali libri sul growth hacking, in inglese e italiano.
Per chi non legge libri in inglese l’offerta non è particolarmente ricca, ecco perchè sono stata presa come riferimento per scrivere Startup Marketing, uno dei primi libri in italiano sul Growth Hacking.
Quindi, dicevamo. Quali sono i migliori libri sul growth hacking?
Siete in tanti a chiedermi quali sono i libri più fighi da leggere in questo ambito. Ce ne sono tanti, ma anche no, dipende da quello che state cercando. Alcuni sono teorici, altri parlano solo dei growth hack più famosi (e quindi è inutile che voi li copiate).
Io sono poco orientata alla teoria ma tanto alla pratica, quindi il mio consiglio è sì quello di leggere qualcosa ma di sporcarvi più che potete le mani, magari guardando anche i video della Startup School di Y Combinator.
Quindi, dopo tanti pensieri, ho deciso di stilare la mia personale classifica, comprese annotazioni (copiate da quelle fatte in matita) e consigli sui contenuti dei libri sul growth hacking, visto che di libri ne ho letti tanti, soprattutto nell’ultimo anno.
I must have: i miei 9 libri sul Growth Hacking
Posizione #9
Growth Hacker Marketing
Bel libro per avere un’idea su cosa sia il Growth Hacking, da dove nasce e da cosa si differenzia rispetto al marketing più tradizionale. Meno interessante per chi ha già le mani in pasta poiché si tratta di un libro abbastanza generico che spiega alcune tecniche e l’approccio di chi si occupa di growth hacking.
Lo consiglio a chi non ha ancora bene le idee chiare su cosa significhi fare growth hacking.
Anche se ci sono alcune parti essenziali che tutti ormai dovremo sapere. Per esempio il fatto che la viralità non succede per caso ma viene pianificata e l’importanza della retention e non delle sole acquisition.
La parte più interessante è quando Ryan Holiday afferma che a un growth hacker il branding non interessa, quindi le campagne legate al product placement, alla tv o a influencer e celebrità non sono materia di growth hacking.
Posizione #8
All Marketers are liars
Ero indecisa se includere il maestro Seth Godin in questa lista ma trovo che sia un libro molto interessante per far capire quanto le storie siano essenziali e non solo se siete un brand conosciuto, ma ancora di più se stiamo parlando di startup. Quanti di voi hanno sentito parlare della storia con cui è nata Airbnb, dove i founder avrebbero usato dei materassini gonfiabili per ospitare loro stessi degli sconosciuti a casa loro? Immagino tanti. Ma vi siete mai domandati se quella storia è 100% veritiera? Ha ampi margini di verità, sta in piedi, è trasparente, e viene ricordata. Ma non saremo mai sicuri che sia effettivamente successo così.
Si tratta di una storia nella quale ci va di credere, ogni organizzazione deve avere un approccio di marketing, e il marketing deve riguardare la narrazione di storie. Ma attenzione, c’è un limite al racconto di queste storie: non spingetevi troppo in là perchè il pubblico di oggi non è credulone, siamo tutti diventati smart.
Le storie aiutano chiunque, dai consulenti alle startup, dalle app ai grandi brand. Rendetela eccezionale e vedrete che aiuterà nel copy qualiasi collega growth hacker.
“Le storie rendono più facile la comprensione del mondo. Le storie rappresentano l’unico modo per rendere conosciuta un’idea. I markettari non hanno inventato lo storytelling, l’hanno solo perfezionato.”
Posizione #7
The 4 Steps to the Epiphany
La pietra miliare del growth hacking, quando ancora nessuno lo chiamava in questo modo.
Il boss, Steve Blank, in questo libro ci racconta come e perchè sia decisivo per ogni startup capire e conoscere i propri utenti, condividendo non solo le idee, ma portandoli a bordo secondo il modello di Customer Development. Se siete solamente focalizzati sulla programmazione e lo sviluppo tecnico della idea, studiate un approccio che vi farà comprendere gli elementi cruciali per la realizzazione del vostro progetto, dal punto di vista di chi lo dovrà usare e acquistare.
Quante volte decidete di utilizzare una nuova piattaforma ma non riuscite a capire
Anzi, se state pensando solo all’MVP preparatevi al “Path to Disaster”. Solo rivolgendosi agli utenti e individuandpo i loro bisogni vi permettereà di percorrere la corretta via.
“Sviluppate un prodotto che all’inizio sia solo per pochi, non per tutti. Non avrete le risorse e il tempo di creare un qualcosa che vada bene per tutti. Potreste impiegare anni e il prodotto arriverà sul mercato già obsoleto”.
Posizione #6
Lean Startup
Anche in questo caso si tratta di una pietra miliare, perchè appunto si tratta del metodo che accompagnato a quello di Steve Blank, spiega come sviluppare un’idea, progettare e accelerare. Partendo dalla vision, secondo il loop Build-Measure-Learn, Eric Ries spiega come la corretta progettazione sia essenziale, così come sia importante creare un sistema di apprendimento. Le startup non esistono per produrre, fare soldi o soddisfare gli utenti. Cioè, sì, in una seconda fase. All’inizio è essenziale apprendere più possibile per creare un business sostenibile, attraverso esperimenti e osservazioni della realtà. Ries spiega questi concetti con casi pratici, raccontando la sua esperienza con IMVU e identificando i modelli di riferimento per sviluppare il Minimum Viable Product e identificare la Growth Engine, ossia il modello di accelerazione che permette di pianificare la crescita.
Una startup è un catalizzatore che trasforma le idee in un prodotto. Quando un utente interagisce con un prodotto, si generano feedback (quantitativo e qualitativo) e dati. Il prodotto che una startup crea è un esperimento, dato dalla natura incerta dell’organizzazione e la comprensione di come creare quel prodotto è il risultato della fase di interazione. Queste informazioni per una startup sono più importanti di qualsiasi premio, menzione o pubblicità, perchè è il principale fattore che ne influenzerà e determinerà il futuro.
Fino ad ora abbiamo “scherzato”. Ora arrivano i veri libri fuffa-free sul Growth Hacking.
Posizione #5
The Mom Test
Questo libro è assolutamente da avere per capire come chiedere un feedback ai propri utenti. Le parole sono essenziali e comprendere come porre le domande è altrettanto importante per ottenere un feedback di qualità.
Dei complimenti e delle bugie non ne farete nessun uso e sembrerà forse banale ma ottenere il giusto feedbac dai vostri utenti è essenziale. I pareri sbagliati non solo non sono in linea con la realtà ma ci fanno credere di essere sulla strada giusta. Creano quelli che vengono chiamati falsi positivi, facendovi spendere soldi, tempo ed energia facendo scelte sbagliate, non in linea con le vere opinioni dei vostri utenti. Un libro da leggere con un sacco di esempi e casi pratici per farvi capire come interfacciarvi nel modo giusto.
Un punto molto interessante di Rob Fitzpatrick si basa sulla convinzione che se non capiamo dove sbagliamo, è tremendamente difficile fare le cose nel modo corretto.
Se Henry Ford avesse chiesto ai suoi clienti che cosa volessero, le risposte sarebbero state cavalli più veloci.
Posizione #4
Running Lean
Quando ho letto questo libro di Ash Maurya, qualche anno fa, ho capito perchè quando avevo letto Business Model Canvas l’avevo considerato troppo teorico. Running Lean vi permetterà di identificare le parti più rischiose del vostro progetto e sperimentare prima quelle, in modo da poter cambiare più in fretta possibile.
Il Lean Canvas è un modello che vi permetterà di comprendere i lati più pratici e più rischiosi del vostro business in modo molto più immediato rispetto al Business Model Canvas, individuando i vantaggi e le problematiche da affrontare.
Attraverso il modello Lean Canvas sarù più facile concentrarsi sul problema e sulle soluzioni a cui state lavorando per risolverlo, focalizzandovi in misura minura sul prodotto e maggiormente sul problema e sui vostri utenti.
Posizione #3
Traction
Ero indecisa dove posizionare questo libro, ho deciso di metterlo al numero 3 perchè è utle, pieno di casi pratici e fuffa-free. Traction ci permetterà di individuare i canali da utilizzare per raggiungere i vostri potenziali utenti.
In parallelo alla pianificazione e allo sviluppo della vision e del prodotto è importante infatti anche raggiungere i vostri utenti di riferimento e anche in questo serve un piano e una lista di esperimenti.
In questo libro sono stati individuati 19 canali diversi che vi permetteranno di capire dove e come acquisire i vostri utenti/clienti. E’ Libro molto utile per chi pensa che campagne su Facebook o Adwords siano gli unici canali da utilizzare per raggiungere il vostro pubblico. Qui troverete una lista esaustiva con una serie di esempi e di casi specifici per ognuno.
Ricordatevi tuttavia che i canali, gli strumenti e i contenuti continuano a cambiare, e se qualcuno si è preso la briga di inserirli in un libro significa che tutti ne sono a conoscenza, quindi la competizione sarà molto alta (e potenzialmente anche il vostro costo di acquisizione e il budget da spendere per ottenere risultati in questi canali).
Posizione #2
Hooked
Hooked è uno dei libri più belli, più pratici e densi di consigli che abbia mai letto. (Non vi consiglio la versione italiana perchè è veramente scritta in un modo atroce).
Nir Eyal spiega come sviluppare un prodotto che possa diventare un’abitudine di utilizzo. Solo la conservazione del cliente e il fatto di spingerlo a utilizzare il prodotto continuametne nel tempo vi permetterà di sviluppare un prodotto di successo. Le motivazioni che spingono un utente a utilizzare il vostro prodotto possono essere di diverso tipo, ma solo una pianificazione precisa e lo sviluppo di funzionalità specifiche spingeranno l’utente a continuare a utilizzare il vostro prodotto nel tempo. La retention è alla base di qualsiasi strategia di growth e deve essere pianificata. Così come la viralità non nasce da un giorno all’altro, ma deve essere integrata nel prodotto.
Nir Eyal identifica 4 momenti principali dati dalle azioni iniziali di aggancio, dalla ricompensa variabile, dall’investimento e dal trigger, in un modello che analizza e combina funzionalità, abitudini degli utenti, e psicologia.
Posizione #1
Lean Analytics
Il migliore, l’unico, l’indiscutibile re di questa lista. Il libro che più di tutti parla di numeri e dà un insieme chiaro e fuffa-free del growth hacking. Perchè si tratta essenzialmente di numeri. Perchè fa capire quali sono gli obiettivi, chiarisce come trasformare questi obiettivi in metriche e KPI, fornisce l’applicazione quantitativa dei modelli di Ries e tutti gli altri. Introduce e approfondisce da un punto di vista pratico i concetti di cohort analisi e di funnel, facendo capire cosa significa veramente fare growth hacking e come ottimizzare il budget (quando c’è) e lo si vuole utilizzare per raggiungere i propri obiettivi.
Lean Analytics vi farà inoltre capire quali sono le metriche importanti da considerare a seconda dello stage nel quale si trova la vostra startup e a misurare la fase attuale e come affrontare le fasi successive.
Perchè in una startup early stage la brand awareness e l’influencer marketing sono inutili, l’elemento più importante riguarda la combinazione tra analisi di dati, creatività e utenti, tutto il resto è fuffa.
BONUS!
Non ho incluso, perchè non ho ancora avuto occasione di leggere, l’ultimo libro di Sean Ellis, Hacking Growth e spero di avere un aggiornamento presto perchè sono molto curiosa di leggere Sean Ellis (ho letto Startup Growth Engines ma non ve lo consiglio perchè è semplicemente una raccolta degli articoli che ha scritto nel suo blog).
Nel frattempo potete leggere una sua interessantissima intervista qui.
Libri italiani sul Growth Hacking
Purtroppo non ci sono molti libri in italiano sul Growth Hacking, anche perchè si tratta di un argomento nato nel mondo anglosassone e relativamente recente.
Non vi consiglio le traduzioni in italiano di alcuni di questi libri in inglese, ne ho lette alcune mentre scrivevo il mio libro che mi hanno fatto rabbrividere.
Ci sono sicuramente delle traduzioni di questi libri in italiano, ma non le ho lette, quindi aspetto un vostro parere in merito.
Mi piacerebbe sapere chi di voi li ha letti in italiano e cosa ne pensa.
Vi invito a leggere il mio libro italiano sul growth hacking, Startup Marketing, Strategie di Growth Hacking per lo sviluppo del tuo business, del quale metterò presto a disposizione una estratto scaricabile.
Se siete curiosi e volete mettervi in lista per il download, vi invito a twittarmi o a mandarmi una mail, così appena so che siete interessati, metto a disposizione un estratto al più presto.
1 Comment
Intervista ad Alessia Camera, autrice del primo libro in italiano sul Growth Hacking | TAG Innovation School
Luglio 19, 2017 at 12:04 pm[…] ho riassunti una decina che secondo me sono i più importanti in questo articolo sui migliori libri sul growth hacking. Tuttavia, chi approccia il Growth Hacking dovrà capire fin da subito che si tratta di una […]