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Donne, non vorrete ricevere un mazzo di fiori a San Valentino, vero?

Oggi è il 14 febbraio, S. Valentino. Come ogni anno, tutte le coppie che si rispettino saranno alla ricerca del regalo perfetto per il loro partner. Altre avranno invece preferito una cena in un posto carino, per ricordare all’amato/a la promessa d’amore.
Io non festeggio San Valentino da un po’, essenzialmente per scelta. Non mi piacciono le feste comandate, anzi, mi rendono anche un po’ triste.
Sono occasioni poco sincere, costruite e che ci spingono ad adottare dei comportamenti sociamente condivisi, ma poco nostri.ricevere fiori san valentino
“Non fai nessun regalo a San Valentino? Che triste” viene detto, in genere, a chi la pensa come me. Queste considerazioni fatte da amici e famigliari ci rendono un pochino più tristi e ci fanno pensare. E io mi domando “E perchè, ricevere fiori San Valentino, invece?” Tuttavia, questi pensieri e commenti negativi ci influenzano.
Così come sui social media, le persone che ci sono vicine ci influenzano in tutte le nostre scelte.

Il regalo peggiore e più banale a San Valentino è in genere il mazzo di fiori. Tuttavia, dubito che nessuno (a parte la sottoscritta) si sia mai lamentata di averlo ricevuto.
Come dire al proprio partner che il regalo ricevuto il 14 febbraio è banale? Difficile. Molto difficile. Quindi si riceve, e si impara ad apprezzarlo. Sarà sicuramente un mazzo bellissimo, colorato e profumato. E tanto, il giorno successivo l’avremo già dimenticato. L’importante è che il nostro partner si sia ricordato di noi nel giorno degli innamorati.

Se noi donne per prime non siamo in grado di dire quello che pensiamo e “ci accontentiamo di quello che arriva”, non possiamo pretendere che le situazioni cambieranno da sole. E se non siamo in grado di dire la verità nemmeno al nostro partner, beh, come dire, non credo saremmo mai brave ad affrontare situazioni più complesse, dove il nostro pensiero è importante che venga veramente ascoltato.

Facciamo un esempio. Un paio di giorni fa ho letto un articolo che mi ha fatto pensare, era intitolato “Siamo donne, oltre l’utero c’è di più“. Si riferiva a una puntata di Sanremo dove Conti presentava Marica Pellegrini come “moglie e mamma, prima che modella internazionale”, cercando di sottolineare come Marica fosse una modella, più che mamma e che Conti avesse invece voluto valorizzare prima di tutto i suoi ruoli più tradizionali. Totti d’altro canto, non era stato presentato come marito della Blasi, ma come il capitano della Roma.
Io non mi scandalizzerei per due motivi:

  1. Stiamo parlando di Sanremo, una delle manifestazioni italiane più conservative esistenti. Sono 15 le presenze di Albano in cinquant’anni di festival, dall’esordio del 1968. L’età media dei cantanti dell’edizione 2016 era 35 anni. Dai 67 anni di Patty Bravo ai 18 di Leiner Riflessi (chi?? Non so, l’ho letto qui).
    Quindi, veramente stiamo pensando che la colpa sia di Carlo Conti che non ha presentanto Marica decantandone le doti di donna professionista? Sanremo, come ogni programma TV o canale social media, non è altro che la rappresentazione della società, della quale amplifica gli effetti.
  2. Quante volte risponderemmo a una domanda così se ci venisse posta da un conoscente? Dite la verità, donne. Rispondereste veramente che “oltre all’utero c’è di più” a un vostro amico o familiare che vi presenta come madre o moglie? Non credo. Come, nello stesso modo, non sareste in grado di dire al vostro fidanzato che il mazzo di fiori vi fa schifo. Perchè è complicato, significa far uscire la propria natura e il proprio pensiero, esponendosi anche a giudizi e critiche.
    Ma se non iniziamo a rispondere così nel nostro piccolo, come possiamo scandalizzarci per chi lo fa in TV?

Sono poche le persone in Italia che non mi chiedono se ho famiglia e/o sono sposata. E non sto parlando solo di uomini. Mi capita spesso anche con coetanee, amici di famiglia e conoscenti. Perchè “arrivi a un’età in cui è normale che tu abbia figli” e che quindi, dal punto di vista sociale, tu sia così considerata più come madre che come donna. Ma chi lo dice questo? Noi. Me lo dice chi ha famiglia e chi ha scelto di sposarsi.
Mi viene anche detto che quando hai una famiglia tutte le altre cose perdono di valore, poichè l’unico veramente fattore importante è quello di essere madre. Ora, io capisco sia bello, ma non dovremmo essere noi le prime a tutelare e a difendere le scelte delle altre? Inoltre, dove sono le altre nostre qualità? Come vogliamo essere ricordate? Perchè siamo noi le prime a autodefinirci moglie e madri per poi scandalizzarci se qualcun altro lo fa?

L’obiettivo di San Valentino non è solo quello di ricevere un mazzo fiori, ma di essere ricordate agli occhi del partner, e non dovrebbe succedere solo in questo giorno. L’obiettivo della valorizzazione delle donne in ruoli diversi da quello di madri e mogli non dovrebbe solo riguardare Sanremo o gli eventi più rilevanti. Dovremmo essere le prime a riconoscere le nostre meravigliose qualità, sempre, indipendentemente dal ruolo che abbiamo. Siamo tenaci, resilienti, multitasking, più veloci a processare le informazioni. Abbiamo ovviamente anche dei difetti, tra i quali quello di avere un cervello maggiormente incline a incassare molestie e oppressioni. In pratica siamo diventate così brave a rispondere alle situazioni negative che il nostro cervello si è sviluppato maggiormente di quello maschile.

Forse è arrivato il momento di dire quello che pensiamo. Sui social media e con le persone che incontriamo. Sempre e a chiunque. Anche a San Valentino. Solo una maggior consapevolezza ci porterà a un futuro più equo. 

fiori_san_valentino_vignetta

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2 Comments

  • Reply
    Viviana
    Febbraio 14, 2017 at 7:50 pm

    Mi piace ! Condivido ogni parola … Bel post 😉

    • Reply
      alessiacamera
      Febbraio 15, 2017 at 11:24 am

      Grazie mille Viviana!

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