Le presentazioni di Startup Marketing sbarcano a Roma!
“Il Growth Marketing è un mindset, un modo di pensare, un processo, un metodo, che serve ad identificare e sviluppare le strategie di marketing di successo, quelle che permettono di raggiungere gli utenti target e di crescere in fretta, a seconda della fase di sviluppo del progetto e dell’obiettivo che ci poniamo.”
Il mio libro sul growth hacking Startup Marketing parte da un quesito fondamentale: “perché alcuni prodotti catturano la nostra attenzione mentre altri falliscono miseramente?”.
È una domanda che rivolgo ogni volta che presento il mio libro ad una platea, perché dall’analisi dei casi di successo e quelli fallimentari, dalle nostre azioni più o meno efficaci, possiamo trarre grande insegnamento e capire meglio quali sono le strade da intraprendere.
Prima dell’estate ho partecipato a molti eventi con numerose presentazioni di Startup Marketing, alle quali hanno partecipato in media trenta persone, desiderose di scoprire come portare avanti un’idea di business vincente e vigorosa e che hanno trovato la risposta al quesito iniziale proprio attraverso la lettura della guida che avevo redatto, uno strumento in grado di far comprendere, definire ed applicare le strategie di marketing per un progetto o un prodotto digitale, focalizzandosi in modo semplice, pratico e completo sui modelli, le attività e le best practice utili per sviluppare il proprio business.
Il successo dell’approccio di growth hacking e il suo valore nell’aiutare sia le startup ad individuare i metodi più efficaci per crescere, sia le aziende storiche a presidiare la propria presenza sul mercato, mi ha portata, dopo l’incredibile esperienza che farò a SMAU a Milano, a sbarcare anche a Roma con dei workshop di growth hacking che mi impongono di uscire nuovamente dalla mia comfort zone e ad indossare i panni di un ruolo nuovo: la “docente” di growth hacking!
Ma cos’è un workshop di growth hacking?
Perchè scegliere di fare formazione attraverso un format come il workshop e non una semplice lezione frontale? Perché il growth hacking nasce nella sua applicazione: sono strategie applicate e per far comprendere la loro natura è necessario un approccio pratico.
Perciò, il workshop di growth hacking si strutturerà in più fasi:
- Come sviluppare un approccio e un metodo di lavoro di Growth Hacking;
- Quali sono le differenze tra le tecniche di growth e come si applicano le tecniche pull, push e di prodotto;
- Applicazione delle nozioni teoriche con analisi di un caso pratico e concreto.
Le nozioni di teoria e l’analisi problematica pratica saranno la base da dove partire per applicare il growth hacking e le fasi di cui si compone: idea, prioritize, test, analyze e optimize.
Sporcarci le mani ci permetterà non solo di capire meglio la metodologia e l’approccio di growth hacking ma di capire come si applica e quali sono gli elementi veramente innovativi di questa nuova disciplina che rappresenta il futuro del marketing.
La creatività, l’analisi dei dati, la multidisciplinarietà, che fanno parte del growth hacking, permetteranno a chi parteciperà al workshop di individuare i metodi più efficaci per far crescere il loro business e comprendere le possibilità che una strategia di questo tipo può aprir loro.
Analisi di un caso di growth hacking
Ma per comprendere ciò di cui parlo, vi faccio un esempio utilizzando una case history presente nel mio libro, che è l’emblema di come cambiare possa giovare al proprio business. Ma per farlo veramente è necessario mettersi in discussione e fare affidamento ad un nuovo metodo: Instagram.
Instagram, infatti, non è sempre stato Instagram! 85 milioni di utenti, 4 milioni di fotografie condivise e 6 nuovi utenti al secondo.
All’inizio anche questa formidabile app era soltanto un’idea di startup, una piattaforma per la condivisione di foto. Si chiamava addirittura con un altro nome, Burbn e si trattava di un’app per iPhone basata sulla condivisione della geolocalizzazione. Simile a Foursquare, permetteva di fare check-in in alcuni luoghi, guadagnare dei punti e condividere le foto degli incontri con gli amici.
La differenza fra le due app? Fra un “prodotto che ha catturato la nostra attenzione, mentre un altro ha fallito miseramente?”.
Il suo CEO e co-founder Kevin Systrom, che osservò il comportamento degli utenti attraverso analisi qualitative e quantitative e scoprì che la funzione di check-in non era la preferita.
Gli utenti preferivano condividere le foto, nessuno in particolare era interessato a fare check-in nei luoghi che frequentavano. E fu così gli ideatori di Instagram si concentrarono su questo aspetto, eliminando tutto il resto e studiando le app già esistenti, in modo da capire quali funzionalità sviluppare per differenziarsi.
I due soci, a quel punto, aggiunsero la possibilità di condividere le foto su altri social, utilizzare i famosi filtri, ma cercarono di mantenere l’app il più possibile semplice e fedele alla propria missione: gli utenti potevano postare una foto in soli 3 click.
Il resto è già storia. Ma l’insegnamento qual è? Utilizzando le parole di Systrom: “Bisogna andare incontro a falsi inizi, Burbn lo è stato. Tutte le migliori aziende del mondo hanno avuto precedenti poco felici: Youtube, in origine, era un sito di dating. Bisogna sempre evolvere in qualcos’altro”. E il modo migliore di farlo è utilizzando un approccio diverso, partendo dai propri errori e, spesso, cambiando idea, ponendosi delle priorità, degli obiettivi, testando, analizzando ed ottimizzando, da bravi growth hacker.
I primi workshop di growth hacking saranno organizzati a Roma il 26 ottobre al coworking Urban Places in zona Tiburtina e il 27 Ottobre @ Gra Genuine Roman Art #Opengra in Zona Ostiense, entrambi inizieranno alle ore 16.
Le presentazioni inizeranno invece alle 19, con un venerdì condito da Silicon Drinkabout Roma!
Trovate tutte le info qui. Dai, che ci divertiamo!
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