Continua la mia serie dedicata al growth hacking.
Ho deciso di mettere nero su bianco tutto quello che ho fatto in ambito growth hacking e di condividerlo con voi, nell’attesa di potervi parlare di un progettone sul growth hacking di cui mi sto occupando.
Quindi, dopo aver dato una definizione di growth hacking e aver parlato di growth hacking, user experience e service design e di competenze del growth hacker è arrivato il momento di svelarvi i trucchi che qualsiasi growth hacker tiene in saccoccia (e che gli permettono di avere un vantaggio competitivo su tutti gli altri). Che cosa fa un growth hacker per far crescere una startup?
Quali sono i segreti di un growth hacker?
Ci sono due tipi di persone in questo mondo: quelli che sanno come sviluppare strategie di marketing (che tutti gli altri sviluppano) e quelli che invece si buttano a esplorarne di nuove. Rischiando, ovviamente, di non ottenere gli stessi risultati.
Ci sono anche quelli che non hanno mai messo piede in un’azienda e si sentono di fare formazione in merito al marketing, ma quelli bravi e meno bravi esistono da sempre in qualsiasi Paese, quindi non mi soffermerei su questo punto.
Un growth hacker ossia un professionista di digital marketing con esperienza in startup non ha segreti su strategie o canali.
I segreti di un growth hacker derivano dall’esperienza nell’utilizzo dei canali di marketing e dallo studio continuo di questi canali.
Quando si pianificano strategie di marketing per una startup è essenziale conoscere questi canali alla perfezione per evitare di buttare budget su campagne che non portano a nessun risultato concreto.
Sveliamo tutti i trucchi e i segreti di un growth hacker. Cosa fa un growth hacker?
1) Usa gli stessi canali di tutti gli altri professionisti. Solo che li usa strategicamente.
Non ci sono trucchi che, una volta imparati, vi permetteranno di ottenere risultati strabilianti nell’arco di una nottata. E se ci sono hack, nel momento in cui tutti li conoscono e li utilizzano, sicuramente non saranno più applicabili e vincenti.
Ci sono campagne, contenuti, strategie che sviluppate per soddisfare obiettivi precisi, in un arco di tempo breve e con poco budget, possono essere particolarmente di successo. Ma non bastano: nella maggior parte dei casi serve anche che il prodotto (digitale) sia di qualità.
Per esempio, tutti conoscerete i growth hack che hanno permesso la crescita esponenziale di Airbnb o di Dropbox. Ma non vi siete mai chiesti come fossero i loro prodotti prima di ottenere questo successo strabiliante?
2) Nessun growth hacker è un mago e non ci sono strategie segrete.
I professionisti di growth hacking, quelli bravi, non sono dei maghi come afferma anche un mio collega, Ben Pass. Siamo quelli che lavorano 15 ore al giorno su un prodotto, una strategia e un canale. Che non smettiamo mai di formarci e leggere, che continuiamo a studiare e a provare nuove strategie ogni giorno. Abbiamo esperienza con progetti diversi, siamo appassionati del nostro lavoro. In Veneto si dice “muso duro e bareta fracà”. In inglese “keep pushing”.
Se pensate che un growth hacker o un professionista sia un mago è perchè non avete la stessa esperienza. Facciamo un esempio. Nella mia attività di consulente sapete quante volte mi capita di parlare con persone e aziende convinte che basti spendere un budget consistente, per esempio su Facebook, per ottenere ottime performance?
Giuro. Succede sempre di più. Quel genio di Zuckerberg ha creato un sistema in cui tutti credono di sapere tutto ma del quale in realtà sanno pochissimo, dando la possibilità a tutti di spendere soldi per farsi pubblicità e promuoversi. Anche chi non ne sa nulla. Sono in tanti quelli che spendono €20 per promuovere l’evento del circolo di tennis o del centro per gli anziani senza avere una strategia. Moltiplicate questo importo per 1,86 miliardi, gli utenti attivi mensili, e capirete perchè Mark è un genio.Tutti pensano quindi di essere capaci di fare campagne FB o di usare i social media per ottenere risultati professionali.
Il problema arriva quando bisogna fare i conti con obiettivi e risultati. Chi fa promozione a pagamento su Facebook senza esperienza, limitandosi a leggere 2 o 3 articoli o facendo un corso di growth hacking, faticherà a ottenere gli stessi risultati di un professionista. Ecco, quindi, che chi ottiene risultati e ne scrive diventa automaticamente un guru. Ma ragazzi miei, non ci sono guru, solo professionisti con esperienza in materia.
3) Nessun corso di growth hacking vi farà imparare quanto l’allenamento quotidiano.
Da quando ho iniziato a parlare e fare strategie di growth hacking, nel 2014, oltre ad essersi moltiplicati i growth hacker si sono moltiplicati anche i blog e gli articoli che parlano appunto di strategie di growth hacking. Bene da una parte, poichè sono sempre di più le persone ad appassionarsi di questo argomento. Ma male da un’altra, perchè tutti sono convinti che basti fare un corso per diventare growth hacker.
Le strategie di growth hacking di domani non saranno le stesse di ieri. Un corso o un libro vanno bene per iniziare ma poi dovrete mettervi di buona lena con le mani in pasta per capire di cosa si tratta. Il web marketing cambia in continuazione: non sarete mai sicuri di quello che sapete finchè non otterrete dei risultati soddisfacenti.
Infine, le ultime due cose che mi irritano quando si parla di growth hacking.
La prima. I titoloni di giornali o blog, per esempio “come un growth hacker abbia ottenuto miliardi di visualizzazioni o di utenti con un hack”. Fa click, bello. Startup figo. Tutto bellissimo. Fantastico. Strabiliante. Ma se la tua startup non ha ottenuto traction o peggio non la conosce nessuno, significa che quell’hack non è servito a niente. Questo perchè i segreti e i trucchi sono fichi ma se poi il prodotto non funziona, non soddisfa le esigenze degli utenti o peggio ancora non c’è retention..beh allora il growth hacking non ti serve proprio a niente.
La seconda. Un growth hacker non ha la sfera di cristallo. Non prevede il futuro, non è un guro e nemmeno un genio. Non assumete maghi, ma professionisti di marketing.
The magician knows what it takes to blow your mind, but the growth hacker knows what it takes to make it rain…
2 Comments
Lead generation: 10 tattiche di growth hacking per aumentarne il potenziale – Kumaux
Marzo 3, 2017 at 12:54 pm[…] nel variopinto mondo del marketing digitale (il post è molto interessante, vi invito a leggerlo QUI il testo integrale sul blog di […]
Intervista ad Alessia Camera, autrice del primo libro in italiano sul Growth Hacking | TAG Innovation School
Luglio 19, 2017 at 12:08 pm[…] infatti, ci permetterà di capire se stiamo andando nella direzione corretta. Non ci sono trucchi o segreti di un Growth Hacker a parte una buona predisposizione verso l’analisi […]